La Scimmia Urlatrice

Io urlo, tu leggi!

DALLA TERRA ALLA CREAZIONE: L’origine dell’UOMO

10681711_792581637460626_306158711_n

DALLA TERRA ALLA CREAZIONE:  L’origine dell’UOMO

L’idea, antichissima, che l’uomo sia stato creato dalla terra, è probabilmente il risultato della semplice osservazione che, dopo la morte, il corpo umano si disfà e torna a essere tutt’uno con la terra. Mentre la nascita sembra legata all’acqua, la morte è connaturata alla terra. I nostri antenati dovettero dedurre, e giustamente, che il corpo umano aveva la stessa natura e origine della terra impastata con l’acqua, morbida e malleabile. Ma al contrario di quella, che era solo materia inanimata, l’immagine umana era viva e calda, cosciente e dotata di ragione. C’era dunque, nella terra in cui era stato impresso lo stampo dell’uomo, un misterioso ingrediente che sosteneva la magia della vita e l’enigma della coscienza. Qualunque cosa fosse questo respiro vivente che permeava la materia umana, abbandonava il corpo al momento della morte, e l’uomo tornava a mescolarsi con la terra.

In ebraico la parola āḏām «uomo» è etimologicamente legata ad ăḏāmāh «terra», e anche in latino le parole homo e humus mostrano una certa correlazione. I miti antropogonici si premurano a spiegare il mistero di questa presenza soprannaturale che tiene insieme la materia altrimenti inanimata dei nostri corpi. I miti cercano di spiegare la natura e il perché di questa scintilla divina e lo fanno mettendo in atto una consustanzialità tra l’uomo e il dio che lo aveva plasmato.

Nella Bibbia la creazione dei primi uomini viene narrata nel libro della Genesi in due brani: il primo in 1,26-28 ed il secondo in 2,7-22. Secondo i teologi liberali e modernisti, si tratta di due racconti contraddittori, mentre secondo i teologi conservatori, tradizionalisti e fondamentalisti, si tratta dello stesso evento narrato in due modi diversi.

Nella prima versione la creazione dei primi uomini si inserisce nello schema dei sette giorni ed è visto come l’apice del lavoro  di  Dio:

« E Dio disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra. E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra. »   (Genesi 1,26-28)

Nella seconda versione Adamo viene plasmato con la polvere della terra:

«  Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente. »   (Genesi 2,7)

E dalla sua costola venne generata la prima donna, Eva:

« Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. »   (Genesi 2,21-22)

La tradizione islamica si distingue da quella ebraica e cristiana per la definizione che dà dell’uomo, in quanto lo colloca in una dimensione diversa. In un versetto della Sura VII del Corano (Al Araf, Il limbo), la rivelazione mette in evidenza un concetto primario ed essenziale che raccoglie il consenso di tutte le scuole di pensiero islamiche Ogni essere umano, nell’interiorità del suo essere e del suo cuore, possiede un soffio originario, che lo lega alla Trascendenza ed alla ricerca di spiritualità. Secondo Muhammad ibn Jarir al-Tabari, Adamo, il primo uomo, fu plasmato con la terra fatta raccogliere da Dio dagli angeli nel luogo della attuale Mecca, precisamente dove c’è la Ka’ba. Allah mandò per primo l’arcangelo Gabriele (Jibrìl) ma la terra parlò e giurò in nome di Allah che non le si sarebbe presa della materia, poi andò l’angelo Michele (Mikail), ma non ne prese perché nuovamente la terra giurò nel nome di Allah. Infine l’angelo della Morte (‘Azrà’ìl) andò e, fedele al comando di Allah, non rispettò il giuramento della terra, prese 40 cubiti e li consegnò ad Allah per plasmare Adamo. Una volta plasmato, Adamo restò a lungo inanimato sulla terra, come una statua di terracotta, finché Dio gli mandò il suo soffio vitale. Nel Corano, il processo di creazione dell’uomo e la sua natura duale, cioè materiale e spirituale, è così descritta:

“È colui che ha perfezionato ogni cosa creata e dall’argilla ha dato inizio alla creazione dell’uomo, quindi ha tratto la sua discendenza da una goccia d’acqua insignificante, quindi gli ha dato forma e ha insufflato in lui del Suo spirito.” (Sura as-Sajdah, 32:7-9).

In terra d’Egitto secondo la cosmogonia tebana, basata su un’antica leggenda della città di Ashmunein (Ermopoli),  si narra di una collina di fango che sarebbe emersa dalle acque, originando otto dei primordiali, quattro maschili con testa di rana e quattro femminili con testa di serpente. Queste otto divinità formarono l’Ogdoade ermopolitana.

Lo stretto rapporto tra acqua, terra e nascita dell’ uomo lo possiamo trovare anche in culture molto lontane dal bacino del mediterraneo, come ad esempio nel racconto inca della creazione, a noi pervenuto grazie ai racconti tramandati da sacerdoti e conquistadores, o alla iconografia delle ceramiche non chè grazie ai miti e alle leggende sopravvissute tra i nativi americani. Secondo questi racconti, nei tempi antichi da un lago chiamato Collasuyu (Titicaca), emerse il dio Con Tiqui Viracocha che al di fuori delle grandi caverne nei pressi del lago sacro, modellò la terra con l’acqua creando numerosei esseri umani, incluse alcune donne che erano già incinte.

Per i Sumeri, Ninmah, dea del parto e madre di Enki dio dell’acqua ma anche dio della saggezza, suggerì al figlio di creare dei servi che possano aiutare le divinità sulla terra, dunque Enki consigliò alla madre di creare delle forme con l’argilla dell’Abisso (l’Abzu), e di imprimere su di esse l’immagine degli Igigi (divinità minori celesti): queste forme saranno chiamate “uomini”.

In Asia sull’ isola di Papua Nuova Guinea, sulle rive del fiume Asaro vive una curiosa comunità che vanta l’appellativo di Mudmen, questi vengono paragonati dalle tribù vicine come uomini fantasma, uomini sfuggiti alla morte e nati una seconda volta. Questi guerrieri usano cospargere il proprio corpo con il limo del fiume sacro locale per cercare sicurezza e forza dall’ energia dei suoi fanghi.

Tuttavia non è concetto di tutte le religioni che l’uomo sia stato creato ex novo. Secondo la mitologia greca, per esempio, il mondo è da sempre esistito in forma di caos, ovvero un disordine primordiale, mutato poi in cosmo dando origine al ordinato ciclo della natura. Dunque per i greci la questione della nascita dell’uomo si formula paradossalmente nei termini della questione della nascita della morte Questa saldatura fa sì che il significato della morte prenda risalto, reciprocamente, dal significato della nascita. Per questa ragione non esiste e non può esistere né un’antropologia né un’antropogonia a sé e il racconto dell’origine dell’uomo fa parte di un racconto generale sulla nascita del mondo nel suo insieme. In effetti, presso i Greci non si pone una dottrina univoca della morte perché correlativamente non si immagina un “primo uomo”.

Abbiamo visto come in diverse culture lontane sulla faccia della terra la nascita dell’uomo viene associata al purissimo atto dell’unione tra terra ed acqua, questo gesto simbolico rappresenta comunemente l’elevazione spirituale e l’innata ricerca della conoscenza intrinseca nell’ animo umano. L’uomo che nasce dal fango è un seme che attecchisce in terreni deboli come l’ignoranza, come una fiore cresce verso l’alto attratto dal calore e dalla luce del sole, allo stesso modo gli esseri umani crescono ricercando per natura l’amore e il vero.

[FC]

Bibliografia:

Beveresco, A. – Fenoglio, A. I misteri dell’antico Egitto. Scienza, religione e magia, Torino 1980;; Bloch Raymond, Prodigi e divinazione nel mondo antico, Roma, Newton Compton editori, 1977; de Molina Cristóbal, Leggende e riti degli Incas (Cuzco 1574), a c. di Mario Polia, Il Cerchio, Rimini 1993; Pettinato Giovanni, Mitologia assiro-babilonese, Torino, UuoTET, 2005; Shorter, A.W. Gli dei dell’Egitto, Roma 1980; Tosi M., Dizionario enciclopedico delle Divinità dell’Antico Egitto, Torino 2004.

Leave a comment

Follow La Scimmia Urlatrice on WordPress.com